6 Maggio 2025

Orecchino o piercing: cosa fare in caso di infezione all’orecchio

In caso di infezione al buco dell'orecchio, è fondamentale intervenire rapidamente per evitare complicazioni. Quando il piercing all'orecchio mostra segni di infiammazione, come arrossamento, gonfiore, secrezione purulenta o dolore persistente, bisogna iniziare subito con una corretta detersione. Usa una soluzione salina sterile oppure una miscela di acqua tiepida e sale. Evita alcool e acqua ossigenata perché irritano i tessuti. Se hai fatto recentemente uno o più buchi alle orecchie, è comune avvertire fastidio per alcuni giorni, ma se compare pus dal lobo dell’orecchio, si tratta di infezione.

Il primo passo è disinfettare l’area interessata due volte al giorno e applicare una crema antibiotica locale, come indicato dal farmacista o dal medico. In caso di infezione più grave, è necessaria una valutazione medica per prescrivere antibiotici orali. Non rimuovere il gioiello se il foro è recente: potresti chiuderlo e intrappolare il pus, aggravando la situazione.

Presta attenzione anche alla pallina sul lobo dell’orecchio o a una cisti da orecchino: possono essere cheloidi o granulomi, che richiedono trattamenti specifici. Se hai fatto il secondo o terzo buco all’orecchio, la cartilagine può impiegare più tempo a guarire, aumentando il rischio di infezioni persistenti.

Nel prossimo paragrafo approfondisco le cause dell’infezione ai buchi all’orecchio, distinguendo tra quelle comuni e quelle legate a errori nei materiali o nella cura quotidiana.

Perché si infetta il piercing all’orecchio

Un piercing all’orecchio si infetta per vari motivi legati a igiene inadeguata, materiali scadenti o tecniche errate di foratura. La causa più frequente è la contaminazione da batteri, specialmente se tocchi il buco con le mani sporche o se non pulisci regolarmente la zona. Anche l’uso di orecchini in nichel o in materiali non anallergici può provocare reazioni cutanee, infiammazioni o infezioni. Un altro errore comune è ruotare troppo spesso l’orecchino, creando microlesioni che diventano porte d’accesso per i batteri.

Le infezioni possono colpire sia i buchi recenti sia i buchi all'orecchio fatti anni prima. In quest’ultimo caso, spesso la causa è un trauma, una cattiva gestione o un’infezione cutanea locale che ha coinvolto il foro. La cisti nel lobo dell’orecchio, così come la formazione di palline dure, è frequente quando si usa un orecchino troppo stretto o il foro si ostruisce.

I rischi aumentano se si effettuano tipi di piercing alti, come elica, trago o torre, perché la cartilagine dell’orecchio ha una vascolarizzazione minore e guarisce più lentamente. Questo la rende più esposta a infezioni croniche e cheloidi.

Nel paragrafo seguente spiego come riconoscere i sintomi specifici di un’infezione al piercing dell’orecchio, per distinguere un’infiammazione normale da una condizione che richiede intervento.

Come riconoscere un’infezione al piercing dell’orecchio

Un'infezione al piercing da orecchio si riconosce da sintomi precisi che indicano una reazione anomala del corpo. I segnali principali includono:

  • Arrossamento persistente della zona forata;
  • Gonfiore localizzato, spesso accompagnato da calore;
  • Dolore al tatto, anche leggero;
  • Presenza di pus, spesso giallastro o verdastro, con odore sgradevole;
  • Formazione di croste, umide o dure, che coprono la ferita;
  • In casi gravi, febbre e brividi, segno che l’infezione si sta diffondendo.

Nel caso del piercing al lobo, il pus può accumularsi rapidamente creando una pallina dolorosa. Quando si tratta del piercing in alto all’orecchio, l'infezione è più lenta ma più difficile da trattare. Anche un buco all'orecchio uomo o un piercing orecchio cartilagine può sviluppare gli stessi sintomi, indipendentemente dal sesso o dalla zona forata.

Non va sottovalutato nemmeno il sanguinamento: se compare sangue misto a pus, è un chiaro segnale che il foro è compromesso. La cisti al lobo o la cheloide orecchio si manifestano invece sotto forma di noduli duri o molli, che crescono nel tempo.

Nel prossimo paragrafo approfondisco quali sono i rimedi efficaci contro l’infezione del buco all’orecchio, con indicazioni specifiche su farmaci, disinfettanti e materiali ipoallergenici.

Cosa usare per curare un’infezione al buco dell’orecchio

Per trattare un’infezione del buco all’orecchio, è essenziale utilizzare prodotti adatti e seguire una routine igienica rigorosa. Inizia pulendo la zona due volte al giorno con una soluzione salina sterile oppure con acqua calda e sale marino (1 cucchiaino in 250 ml d’acqua). Evita disinfettanti aggressivi come alcool o perossido di idrogeno.

Se noti secrezioni purulente o gonfiore intenso, applica una crema antibiotica topica, come quelle a base di bacitracina o neomicina. In alternativa, il medico può prescrivere l’uso di Gentalyn o prodotti simili. È importante applicarli con un cotton fioc sterile senza toccare l’area con le dita.

Nei casi lievi puoi continuare a portare l’orecchino nel buco infetto, purché sia in titanio, acciaio chirurgico o altri materiali ipoallergenici. Se il gioiello è di nichel o plastica, sostituiscilo solo dopo il parere del piercer o del medico.

In caso di cheloide orecchio o granuloma, non utilizzare creme senza diagnosi. Potrebbero essere necessari trattamenti cortisonici o interventi dermatologici. Se l’infezione è persistente o compare una cisti al lobo dell’orecchio, può rendersi necessario un drenaggio medico.

Nel prossimo paragrafo tratto delle infezioni causate da altri piercing come ombelico o naso, spesso simili a quelle del piercing orecchio.

Le infezioni da piercing al naso e all’ombelico: differenze con l’orecchio

Le infezioni da piercing all’ombelico o da piercing al naso condividono molti sintomi con quelle ai buchi dell’orecchio, ma hanno caratteristiche specifiche legate alla zona corporea. Il piercing ombelico infiammato, ad esempio, si presenta con arrossamento diffuso, gonfiore e pus, e ha un alto rischio di infezione batterica perché si trova in un’area soggetta a sfregamento e sudorazione.

Nel caso dell’infezione nostril, ovvero il piercing al naso, è frequente la comparsa di granulomi piogenici, piccole escrescenze rosse e sanguinanti. Queste infezioni vanno trattate con attenzione per evitare la diffusione a strutture profonde come i seni nasali.

Tutte le infezioni da piercing richiedono un’igiene accurata e un monitoraggio quotidiano. Che si tratti di un piercing alle orecchie, all’ombelico o al naso, la gestione corretta riduce il rischio di complicazioni serie come ascessi, cheloidi e infezioni sistemiche.

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